La maggior parte della terra era tenuta a pascolo e castagneto cosicchè le castagne e i prodotti della pastorizia costituivano la fonte principale di sostentamento. A ciò si aggiungevano i prodotti spontanei dei boschi e, la coltivazione dei cereali, della vite, dell'olivo, della canapa e infine del gelso per l' allevamento del baco da seta. La sostanza dolcificante era data dal miele prodotto in gran copia dagli sciami selvatici o domestici che offrivano anche la cera per le candele. Dai boschi si traeva inoltre il legname per gli arnesi da lavoro..... Gli alberi resinosi fornivano il materiale per le torce. Anche la pesca e la caccia costituivano una fonte di reddito non trascurabile sia per l' alimentazione che per le pelli.

Erano però presenti animali feroci come orsi e cinghiali e i terribili branchi di lupi che in inverno scendevano in cerca di cibo...

Le selve erano il grande parco verde dei barghigiani... aperte a tutti per lunga tradizione, ci accoglievano ai primi sentori della primavera... era il momento in cui i castagni entravano in succhio e dai rami non ancora legnosi si potevano trarre gli zufoli. Con l' estate le selve si popolavano anche di villeggianti.....

(testi di Maria Vittoria Stefani)

 

Nell'epoca più antica ogni famiglia fabbricava da sè tutto il necessario alla vita; ogni gruppo familiare faceva il lavoro del fabbro e del falegname; del filatore e del tessitore, del tintore e del sarto;del cordaio, del conciatore e del calzolaio; del carpentiere e del muratore e così via. A Barga la produzione più importante sotto questo punto di vista fu quella dei filati e dei tessuti: di lana di canapa e misti, e infine di lino e di seta. L'industria della seta attribuita in particolar modo ai Lucchesi, fu fiorentissima anche a Barga.

...esistevano a Barga "varie tratture di filugelli..."
li facevano nascere a tarda primavera tenendo i semi in seno, avvolti in un piccolo telo, perchè avessero un calore uniforme e costante. Le larve, appena schiuse, davano vita a piccolissimi vermi di colore scuro i quali venivano posati dentro un paniere e ricoperti di foglie di gelso che essi consumavano voracemente crescendo a vista d'occhio. Presto si rendeva necessario trasferirli in ceste più grandi e infine stenderli su cannicci e rifornirli continuamente di cibo. Via via che crescevano mutavano ripetutamente la pelle e occupavano sempre più posto per cui il numero dei cannicci, disposti a castello, aumentava. Occorreva anche trasferirli spesso da un canniccio all'altro per metterli sul pulito; si prendevano delicatamente con due dita e si posavano sulla distesa di foglie fresche e, cosa che oggi mi sembra strana, il toccarli non ci faceva per niente ribrezzo; anzi eravamo felici quando ci permettevano di guardare se erano maturi. Allora ponevamo il baco su fascine di stipa fra i cui rami costruiva il suo bozzolo ripiegandosi e chiudendosi entro la seta da lui stesso filata.

...il lavolo artigianale tipico della montagna era la fabbricazione di seggiole
e di utensili domestici, costruiti con legname di faggio.

La canapa si seminava a tarda primavera...tagliata e raccolta in fasci, la si metteva a macerare in grandi pozze ai lati dei fiumi e dei torrenti, fermandola con grosse pietre. Terminato il tempo di macerazione si sciacquavano ben bene i mannozzi e si mettevano ad asciugare...si provvedeva poi a batterla e si passava alla gramola. Finita la battitura la canapa doveva essere conciata con le scardasse o cardi, cioè grossi pettini con punzoni di acciaio appuntiti che servivano a far cadere tutti i residui legnosi. Il prodotto era di tre qualità: il filo, la stoppa e i tozzi. Dalla prima si traeva il filato migliore, dalla seconda un filato meno pregiato. La stoppa veniva lasciata senza filare e serviva a fissare avvitature, a togliere l'olio dai fiashi, a tappare fessure...

Oggi di alcune coltivazioni quali il gelso e la canapa non rimane più traccia... (dai testi di Maria Vittoria Stefani)

 

 

VITA A BARGA NEL 1500

 

 

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barga la ripa piazza angelio porta macchiaia
palazzo panorama duomo panorama
largo roma ponte vecchio viale biondi

(foto riprodotte da Angelo Pellegrini)

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