COME NASCE UN’ICONA L'iconografo non è soltanto artista, è soprattutto un contemplativo che attinge idee e Egli deve osservare regole precise, riguardo alla composizione e ai colori, affinché ogni colore e ogni tratto Prima di scrivere l’icona, l'iconografo deve pregare affinché Dio penetri nella sua anima. Ed egli deve chiedere al sacerdote di pregare per lui. Su una tavola di legno indurita con gesso e colla inciderà il disegno, stenderà i colori (tempere all’uovo) sempre più chiari, a strati. Infine il banco e poi l'oro. COME LEGGERE L’ICONA L’icona è radicata nella fede: supera il mondo naturale, tende all’ineffabile raffigurando il mondo il mondo “altro”, sottostante ad ogni realtà. Il ruolo simbolico del colore: la luce. Ma come è possibile che l'Invisibile sia visibile? Nel Vangelo di Giovanni troviamo: "In principio era il Logos e il Logos era presso Dio e il Logos era Dio. E il Logos è diventato E ancora nel Vangelo di Giovanni: "Filippo disse a Gesù: "Signore, mostraci il Padre e ci basta!" - Gli rispose Gesù: "Filippo: da Infatti nella lettera di Paolo ai Colossesi troviamo: "[Cristo Gesù] è l'eikon/icona Nel libro della Genesi troviamo: "Elohim creò l'uomo a sua selem/icona/immagine: a selem/icona/inimagine di Elohim lo "L'uomo è eikon/icona, doxa/gloria di Dio" (1 Cor Fondamento dell’immagine iconografica è l’incarnazione del Verbo (Gv 1,2.14) L’icona è deuteròtypos del protòtypos (l’icona originaria, riflesso della realtà di Dio, della “bellezza divina”). Nel volto divino/umano di Cristo l’uomo è chiamato a riconoscere il proprio volto: il Pantocrator (Signore e padrone supremo dell’universo), o ôn (Colui che è, cfr. Es 3,14). Il linguaggio dell’icona dichiara che il visibile è inseparabile dall’invisibile, che l’umano è impensabile senza il divino. Dichiara l’Incarnazione e la santificazione della materia, luogo della manifestazione del Volto. L’uomo secondo immagine L’uomo è icona che procede da Dio, creato ad immagine dell’archetipo divino, restituito alla sua dignità originale da un Dio che si è fatto uomo ed ha “deificato” la carne. L’uomo è la sola creatura creata ad immagine dell’indescrivibile: in Cristo egli ritrova la propria natura originaria, il suo prototipo e si radica nel mistero di Dio.
Il Volto unico, Volto dei volti, “rivela la faccia eterna di ogni essere umano” (Berdjaev). Il volto iconico dei santi, spogliato d’ogni realismo naturalistico, puro ascolto e puro sguardo: - il volto frontale - la fronte, illuminata dalla luce dello Spirito santo, è spaziosa e alta, segno di contemplazione - gli occhi, luogo dell’incontro e del coinvolgimento, molto grandi; con lo sguardo fisso sull’al di là - le labbra – punto erotico del volto – chiuse - il naso fine - le orecchie ridotte - i capelli - i corpi allungati e ieratici (“uomini colonna”) fino a 14 volte la misura della testa, mentre il rapporto normale è di 7 volte
L’icona - è epifania del divino, epifania della santità comunicata - è accadimento della Presenza reale, efficace “ Presenza che parla “ Presenza che guarda È il volto iconico che guarda il credente e suscita in lui l’esperienza della Presenza.
La prospettiva rovesciata, la luce, il tempo Ribaltamento del punto di osservazione: al di là della prospettiva lineare, partendo dallo spazio di Dio inaccessibile alla vista carnale. È una prospettiva inversa, con le linee di fuga che non si incontrano "all'infinito", come nei nostri quadri e
La luce divina, proveniente da ogni parte, è il luogo di Dio. Il tempo, al di là del “prima” e del “dopo”, entra nell’ “ottavo giorno”. Accolto in Dio (“l’essente”) il cosmo è (≠ tempo): configurata al Regno la terra ritrova la sua bellezza originaria.
Il significato dei colori - Non ha puro valore decorativo, ma tende ad esprimere il mondo trascendente. - Difficoltà per un’interpretazione univoca, in mancanza di un canone univoco. Linee fondamentali della simbologia bizantina: 1) bianco, rosso, verde, blu esprimono la vita, la purezza, la pace, la bontà; 2) il nero, il grigio, il bruno e il giallo pallido esprimono la morte, la minaccia, la sozzura; 3) al centro il colore enigmatico della porpora, che indica insieme regalità e morte.
• L'oro: a differenza dei colori che hanno bisogno della luce per farsi vedere, non ha "Elohim disse: "Sia la luce! E la luce fu" (Gen 1,3).
• Il bianco: nel mondo pagano eraq consacrato alla divinità, di cui era il simbolo. Per il suo effetto ottico, per la sua assenza totale di colorazione, il bianco appare È il colore anche di coloro che sono penetrati dallaluce di Dio: gli angeli ei vagliardi dell’Apocalisse. Ma sono bianchi anche i lenzuoli dei morti (il Cristo della deposizione dalla croce, Lazzaro) e persino le fasce del neonato Gesù nella oscura grotta dellamangiatoia, a richiamarci la sua sepoltura.
• Il rosso: fra i colori, è il più attivo, avanza verso chi guarda e si impone. Per il suo Poiché è il colore del sangue (per la Bibbia il sangue è vita), il rosso simbolizza la vita e –
• Il rosso porpora: esprime l'idea di ricchezza, potere regale e sacerdotale che viene da Dio. E
• il blu: è il colore del cielo, la casa dell'Eljon/Altissimo/del Padre e quindi dà la sensazione • Il verde: è il colore dell'erba, delle foglie, delle piante e quindi esprime la vita della
• II bruno: è composto di rosso, blu, verde, nero. In confronto al nero, ha una colorazione
• Il nero: è assenza totale di luce. In Grecia e in Egitto era il colore delle divinità sotterranee. L’Ade dell’icona della Risurrezione è nero, come la tomba di Lazzaro e la grotta sotto la croce, con il cranio di Adamo. Anche la grotta della Natività a ricordare che il Salvatore appare “per illuminare coloro che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte” (Lc 1,79); ma anche per indicare che il Bambino deve passare attraverso la morte per donare la vita. Tutto l'universo dei colori si spegne nella notte del nero, ed • II giallo: non fa parte dei colori simbolici. C'è il giallo oro, ma è troppo vicino alla luce
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